yay, autoisolamento collettivo. #iorestoacasa, ma tanto lunedi' #iovadoinufficio perche' non posso fare altrimenti. o almeno, mi sono organizzato malissimo, mi ero dimenticato di diverse attivita' che avrei potuto fare da casa, e quindi se tutto va bene potrei fare smart working tra due settimane, mettendo in pausa della roba urgente. per il resto, scrivere dei board support package (per gli amici: "driver") per hardware custom non si puo' fare senza avere l'hardware a disposizione... e se l'hardware non puo' uscire dall'ufficio, tu devi andare in ufficio. ma stiamo divagando.
e' tanto che non scrivo qui sopra.
qualche giorno fa e' passato un mese da quando mi sono trasferito. sono passate poco piu' di 15 giorni da quando ho detto ad una certa persona che la amo.
nel frattempo e' arrivato il virus, hanno chiuso tutti i negozi, la Cutest e' in smart working (almeno lei che puo'...), e via di autoisolamento collettivo. diciamo che almeno questo isolamento mi sta aiutando. non vedendola piu', non e' piu' costantemente nei miei pensieri, e lavoro meglio, anche se non riesco piu' a concentrarmi come facevo prima. sono libero di fare altri percorsi per arrivare in ufficio, senza aspettare ansiosamente che arrivi alla fermata prima dell'autobus.
continuo a pensare a lei, ma non come prima. non ho piu' l'ansia che avevo prima. sono piu' tranquillo, so che non le interessa, e' tornato tutto piu' tranquillo. forse aveva ragione Nico, se ci entri in confidenza e' peggio. e io ho insistito. ma almeno mi sono chiarito, ecco. ho spiegato perche' mi comportavo in quel modo, perche' le stavo cosi' addosso, perche' ero cosi' interessato a come stesse. e no, non per il suo aspetto o la sua forma fisica. ovviamente lei non e' un bulacco, ci manca solo dire una cosa del genere.
e dire che proprio lei mi ha dato la motivazione per completare le finiture e trasferirmi velocemente, in tempo per il compleanno. ho detto che mi sarebbe piaciuto farlo entro il compleanno. tac, due notti prima ho dormito li'. quando pulivo o mettevo a posto qualcosa, prima di trasferirmi, sembrava che parlassi da solo, invece facevo finta di parlare con lei, spiegarle quello che pensavo, simulare conversazioni su qualunque argomento. ero messo male, proprio perso. alla fine mi sono dichiarato per disperazione, non riuscivo a dormire piu' di 4 ore per notte, e cercavo di condensare il lavoro di 8 ore in un'oretta scarsa, perche' il resto del tempo lo passavo a pensare alla discussione della mattina sull'autobus, e la mattina mi svegliavo solo per poterle parlare sull'autobus. non e' vita, questa. non e' amore, e' ossessione. meglio interrompere tutto subito. "Winter, hai scritto delle cose bellissime, ma lo sai che sono in una relazione". forse e' meglio che sia andata cosi'. nonostante tutto, continuo a custodire la voglia di vivere che mi ha donato con il suo solo esserci e parlarmi.
e la casa? la casa sta bene, grazie. apprezzo sempre di piu' la comodita' di un proprio ambiente, e il doversi organizzare tutto da soli. un bel salto dalla zona di comfort. non sarei riuscito a fare quello che ho fatto con la Cutest se fossi stato ancora a casa dei miei. certo, quando vado a casa dei miei mi sembra di essere un'ospite, soprattutto ora che la mia camera e' stata riconvertita in un laboratorio sartoriale, e la cosa comunque mi lascia l'amaro in bocca, ma andare via vuol dire andare via.
o almeno, fino alla settimana scorsa, dato che ora siamo tutti bloccati in casa. non ci sono molte persone per strada, piazze che prima erano piene di bambini e mamme ora sono attraversate da una o due persone, con le sciarpe a mo' di mascherina, che si guardano intorno sospettose. se prima gli autobus erano affollati ma non pieni, ora riesco a fare interi viaggi da solo o con due/tre persone al massimo. alcune corse ora sono state cancellate, chissa'...
devo riorganizzarmi, e devo farlo prima che finisca la pandemia, cosi' da essere pronto per quando torneremo alla solita vita di tutti i giorni. tiriamo avanti ancora un po', dai.