e niente, ho fatto uno sbaglio. le ho prestato un fumetto, gliel'ho lasciato sulla scrivania. così, senza pensarci. mi sembrava bello condividere una cosa che mi ha emozionato. quando poi ho realizzato quello che ho fatto, mi sono ricordato che non avrebbe mai avuto il tempo di leggerlo. "almeno mi deve cercare per riportarmelo", mi sono detto.
domenica scorsa mi ha scritto che me lo avrebbe riportato, per mancanza di tempo. nonostante tutto, ero contento. avrei potuto rivederla. ho essenzialmente passato una settimana ad aspettarla. giovedì sera le ho chiesto se poteva passare, giusto per non passare quando c'era troppa confusione o quando sarei potuto non esserci. dalla risposta sembrava che si fosse addirittura dimenticata.
l'incontro, stamattina, è stata una mera formalità. mi ha consegnato
il fumetto, avvicinandosi quanto bastava per consegnarlo a braccio teso,
si è guardata intorno, "ho una riunione", forse vera, forse no, è andata
via. mi sono chiesto che cosa avessi sbagliato. non ho sbagliato niente.
era solo una pura e semplice formalità, non l'incontro atteso da una
settimana intera, su cui fantasticavo mentre bestemmiavo su un
interrupt controller level triggered quando deve essere edge triggered,
porcodio, è una fpga di merda, che cosa ti costa mettere un cazzo di
latch e fare le cose per bene diocane, e non trovo la cazzo di specifica
di questo affare, mannaggia al clero, non so manco se deve funzionare
davvero così o no, e nessuno sa mai un belino, diomerda preparavo
l'ambiente per l'integrazione in programma per lunedì, e predisponevo il
necessario per l'ingresso del ragazzo
nuovo che devo seguire tra due settimane.
il dottore dice che ad un certo punto, bisogna fermarsi e riconoscere che l'investimento emotivo che si è scelto di fare non può portare alcun rendimento. devo, alla fine, sfortunatamente, ammettere che ha ragione. ad un certo punto bisogna dire basta.
la verità? tu non esisti più. Ciao Giulia, è stato bello finchè è durato.
Cercherò di smetterla di cercarti, di desiderare di averti accanto quando mi sento solo, di pensarti. So già che non ci riuscirò in ogni occasione, soprattutto quando sarò talmente sovraccarico di lavoro da fare straordinari in continuazione, quando avrò davvero più bisogno di un supporto morale, anche un solo "andrà tutto bene", una parola amica, una voce amica.
Mi hai dato tanto, molto più di quanto tu possa pensare. quando ti ho scritto "[che] mi hai dato tanto, una rinnovata voglia di vivere, ed emozioni che avevo (quasi) dimenticato", dicevo sul serio. non erano solo belle parole per cercare di convincere una bella ragazza.
mi hai dato tanto, anche con la tua freddezza, ma per ottenere tutto questo ho speso troppo, mi sono consumato inutilmente, e non posso andare avanti così. Sei la persona che mi ha spinto a cercare di mettermi a posto. La persona per cui sto cercando di migliorarmi, di rendermi una persona migliore, risolvere uno alla volta tutti quei problemi che ho ignorato e fatto ingigantire e a cui ho dato essenzialmente tutta la mia giovinezza.
Ho fatto tutto da solo, lo so. Questo scritto, che non leggerai mai perchè non te lo passerò mai, è il mio modo di lasciarti. Non ha senso lasciare una persona con cui non si è mai stati insieme, ma tutte le notti quasi insonni, e tutti quei momenti passati insieme al mattino, ed i fiumi di grafite lasciata sui vari taccuini che ti ho dedicato, e tutti quei discorsi che avrei voluto farti ma non ne ho mai avuto occasione, e questa ossessione che ho avuto nei tuoi confronti, tutto questo investimento emotivo, per me vale allo stesso modo.
Davvero, Giulia, grazie di tutto, anche di quello che non sai di aver fatto per me, e scusami per tutto il disturbo che ti ho arrecato finora. Davvero, grazie di tutto. per te non è mai cominciata, per me finisce qua. godspeed.
Sperando che non sia solo una delle tante falsità assortite, delle cose che cerco di dirmi per non soffrire. "il mondo è grande", "si può migliorare", "troverai qualcosa di meglio", "andrà tutto bene", "non sarai solo per sempre". almeno ci sto provando, ma senza il supporto di una persona vera, a cui parlare non solo per un'ora alla settimana, è difficile. e dico parlare, nel senso più profondo del termine, non un semplice "yo, dawg, what's up?".
Ora basta.