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2019-12-21
source: ./1576936915-Microchip-Temporale-dei-Subsonica.html

Quando Deezer mi ha proposto questo album, ho deciso di ascoltarlo.

Partiamo dagli highlights.

Ah, Aurora sogna, lì sulla soglia della sua casa
Da un'ora sfoglia le pagine delle sue notti da cui scappa sempre
Fa luce ma per i suoi mostri non ci sono tende
Per ripararla, fuori brucia l'alba
Vorrebbe un cuore sintetico ma non ne parla
E un sangue che non è fluido e come battito, un cortocircuito
Le stesse facce di ogni giorno fanno male
Le stesse voci recitanti giudicare
Posa l'orecchio sul bicchiere e sente il mare
Ma non il suono della musica che piace a me
Sogna una carne sintetica nuovi attributi e un microchip emozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia di lei qualcosa fuori dal normale
Sogna una carne sintetica nuovi attributi e un microchip emozionale
Occhi bionici, più adrenalina, sensori e cibernetica neurale
Sogna una carne sintetica nuovi attributi e un microchip emozionale
Labbra cromate, ricordi seriali, emozioni e un nuovo impianto sessuale

"Aurora sogna" (feat. Coma Cose & Mamakass) e' una canzone orecchiabile. Ho particolarmente apprezzato l'accompagnamento un po' synthwave (genere che sto esplorando con piacere nell'ultimo periodo), decisamente leggero che si contrappone alla gravita' del testo.

Peccato che questa "critica sociale", che e' espressa ancora piu' duramente in "Sonde" (feat. Willie Peyote), viene poi dispersa in banali canzoni che non riesco, sinceramente, ad apprezzare. In realta', ad essere onesti, anche "Sonde" non dice niente di nuovo, ed e' sfortunatamente eclissata da "Aurora sogna". Poteva essere una canzone particolare venti anni fa, all'epoca di "Microchip emozionale", ma non oggi, e l'arrangiamento precedente era piu' adatto. (Si', sono andato a sentirlo apposta).

Nell'amara litania delle solite cose
Ci si può morire sai
Nel conforto eutanasia delle solite cose
Ci si può finire, finire
(Dentro albe meccaniche)

Altro highlight: "Albe meccaniche" (feat. Fast Animals and Slow Kids). L'ho apprezzata particolarmente per il testo, e perche' e' lampante che parli di albe "meccaniche", sempre uguali, svegliarsi per fare sempre "le solite cose", che e' facile cadere in una vita monotona, senza cambiamenti, senza mai andare oltre la propria "zona di comfort", mai mettersi in gioco. Decisamente una "critica personale", piu' che "sociale".


Insomma, non conoscevo la band, non sapevo che questo album fosse una "remaster plus" di un disco di 20 anni fa. Da profano, mi aspettavo di piu' - ci sono un paio di belle canzoni, ma sinceramente non puoi baitarmi con un titolo ed una cover cosi', e poi darmi qualcosa che c'entra solo marginalmente? Se non altro, rende il disco originale ancora piu' originale ed importante.